Due giorni a BASS, a caccia di “MOSTRI” nel Vulcano
Organizzata spedizione al mitico Vulcano, il lago di Bolsena, a caccia di Big Bass, teatro della prima prova dell’Italybass 2017.
Settimane di preparativi, organizzazione, contattata una guida locale con natante, e finalmente arriviamo al week end della due giorni al Vulcano (29 e 30 aprile) e si parte per questa, almeno per me, nuova avventura.
Siamo solo Antonio ed io, i ragazzi per vari problemi hanno dovuto rinunciare, ma spero che troveremo il modo di riorganizzare l’esperienza nei prossimi mesi…
Dopo una nottata quasi insonne, sabato mattina, sveglia di buon ora e con poco più di tre ore di auto arriviamo a Capodimonte dove ad attenderci c’è la nostra insuperabile guida (così si dimostrerà nella due giorni di pesca), Simone Forina (www.facebook.com/groups/193308620836132/).
Ovviamente il meteo c’ha messo del suo, figuriamoci! Il lago è stato investito da una fredda perturbazione proveniente da nord nei tre giorni precedenti e Simone al nostro arrivo ci avverte immediatamente che sarà durissima.
Ancora soffia un teso vento di tramontana che obbliga il ns. skipper a scegliere per l’uscita il natante più “piccolo” ma sicuramente più stabile e con sponde più alte rispetto alla bass boat.
Caricato tutto l’occorrente, si parte per la prima giornata di pesca, il vento ci sferza e scegliamo di attraversare il lago verso la sponda opposta alla ricerca di un po’ di riparo, fortunatamente Simone è un profondo conoscitore del Vulcano e sa dove trovare i pesci un po’ in tutto il lago.
Finalmente arriviamo sul primo hot spot e si inizia a pescare, gli hot spot si susseguono, così come gli spostamenti in barca alla ricerca di qualche pesce attivo ma senza catture, solo Simone ferra senza fortuna quello che sembrava un bel pesce, e che purtroppo si slama quasi subito.
La giornata si rivela veramente durissima, tra il forte vento e l’apaticità dei pesci data dai precedenti giorni di freddo intenso.
Ma non demordiamo ed insistiamo, appena superata l’ora di pranzo, finalmente Simone esclama: “ce l’ho!”; aveva ferrato un “mostro” a Drop Shot su un erbaio, e con la mia canna per giunta!!! Finalmente qualcuno scappotta…
“Il pesciotto”, così come il giorno seguente l’ho definito scherzosamente, ferma l’ago della bilancia a 2,020 Kg.
Ci auguravamo che fosse di buon auspicio, ma salpato quel pesce gli spostamenti continuavano così come la ricerca di altri pesci disposti ad abboccare alle nostre insidie.
Ci son volute due ore buone prima che Antonio questa volta ferrasse un bel “pesciotto” sempre con tecniche finesse su un nuovo erbaio e dopo un combattimento adrenalinico dato dall’attrezzatura light, aiutato da Simone col guadino, era riuscito a salpare la sua preda.
Questa volta la bilancia confermava 2,000 Kg. tondi tondi.
Purtroppo la foto non rende giustizia né ad Antonio né al suo “mostro”.
Le ore passavano, Simone salpava un Bass da 4/5 etti ed io ancora nulla; per quanto si sforzasse, la nostra indomabile guida, non riusciva a farmi prendere un pesce mentre la giornata volgeva al termine e la tramontana rinforzava ancora.
Sinceramente per quanto cercassi di rimanere concentrato, iniziavo ad essere un po’ stanco e scoraggiato quando il vettino della mia canna ha un sussulto… questa volta non era l’erbaio, un sasso sommerso, o… era un pesce che mi avvertiva che stava ghermendo la mia esca.
Ferro e finalmente ho un pesce in canna di cui pubblico la foto per dovere di cronaca ma che mi son rifiutato di pesare viste le dimensioni, e visti i “pesciotti” presi dai miei compagni.
Nell’estenuante ricerca quasi non ci rendiamo conto che s’è fatto tardi e siamo lontani, di tutta fretta attraversando un lago che definirei “incazzereccio” con onde che sobbalzavano pesantemente la barca rientriamo al porto di Capodimonte che ormai era quasi buio.
Veramente bravo il ns. skipper a farci rientrare senza rischi con un lago così.
Stremati ma felici Antonio ed io ci congediamo da Simone e raggiungiamo l’agriturismo con B&B e osteria (www.agriturismobisenzio.it) che son quasi le 21:00; la cena ristoratrice ci prosciuga delle ultime energie e ci corichiamo di buon ora augurandoci che l’indomani il lago sia più clemente ed i pesci più collaborativi.
In tre il primo giorno abbiamo preso 5 pesci.
Domenica mattina rigenerati da una buona dormita, una doccia e dalla luculliana colazione con torte e biscotti fatti in casa e affettati tipici del luogo, ore 08:45 siamo già alla banchina del porto di Capodimonte dove ci aspetta Simone.
Nella notte la tramontana era calata di intensità e le previsioni davano vento in ulteriore attenuazione nell’arco della giornata.
Scegliamo di pescare in zona, almeno inizialmente poi, in funzione della giornata, avremmo valutato come e quanto spostarci alla ricerca dei ns. amati pinnuti.
Stiamo pescando da poco più di mezz’ora quando ferro un Bass piccolotto, il giorno prima ci son volute ore per prendere il primo pesce, ed è solo il preludio al “Mostro”.
Dopo aver battuto un altro paio di hot spot senza risultati, la giornata si presenta ancora durissima, solo il vento ci permetteva una pesca meno affaticate.
Raggiunta una sassaia poco profonda, nella speranza di trovare qualche pesce attivo visto che negli erbai non lo avevamo trovato, dopo una mezz’ora buona di pesca… nulla, e vista la situazione, la nostra guida ci esorta ad affrettare gli ultimi lanci per poi spostarci nuovamente.
Stanco della pesca finesse di ricerca a Drop Shot e degli infruttuosi tentativi a reazione con tutto quel che avevamo a disposizione (lipless, spinner, cranck, jerk, ecc…), decido per una presentazione finesse alternativa, annodo il Gantia di Jackall alla canna da swimbait di Antonio e faccio qualche lancio.
Ed è proprio quando Simone, ritirando il motore di prua per consentirci un rapido spostamento col fuoribordo, esorta: “ragazzi ultimo lancio e ce ne andiamo” che scorgo un’enorme macchia scura che sorniona insegue la swim.
“Simo, Simo! aspetta un attimo, guarda là! Antonio prendi la canna da gomma!” queste le uniche parole che riesco a pronunciare mentre fermo il recupero con ormai l’esca troppo vicino alla barca.
E’ stato un attimo che mi è sembrato eterno, il “Mostro” s’è fermato a ridosso dell’esca quell’istante per esser definitivamente convinto e con la velocità di un batter di ciglia ha aspirato completamente l’insidia ancorette comprese.
Avevo già il pesce in canna mentre Simone al mio fianco godendosi la scena urlava: “ferra!”, Antonio non aveva fatto in tempo a prender la canna da gomma, ma ormai non serviva…il recupero è stato adrenalinico, gran trambusto sulla barca e quando finalmente Simone ha salpato il “mostro” col guadino, non nego che mi tremavano le gambe, mai e dico MAI avevo preso un pesce del genere…
Ben 2,480 Kg, è stato “difficile” persino fare le foto vista l’emozione del momento…
Ecco svelato il perché poi ho definito scherzosamente “pesciotti” i bellissimi Bass da 2 Kg. presi dai miei compagni il giorno precedente.
Ovviamente da quel momento non son più mancati gli sfottò dei miei compagni di pesca del tipo: “ancora vuoi lamentarti” oppure “dovrai pescare a Bolsena altri cento giorni per riuscire nuovamente a prendere un pescione così come l’hai preso” oppure ancora “ah, adesso i nostri si son trasformati in pesciotti eh? ma se piagnucolavi fino a poco fà”… al punto che si son organizzati per farmi uno scherzo che han rischiato gli si ritorcesse contro…
Ad esser sinceri, nonostante la grandiosa esperienza della prima volta al Vulcano, non nego che il primo giorno, dopo tante ore in pesca, avevo veramente faticato e Simone forse ancor più di me nel tentativo di farmi prendere un pesce, e traspariva un po’ di delusione.
Avevo preso due pesci in poco più di un’ora e sinceramente pensavo che la situazione fosse migliorata un pochino e che avremmo pescato qualche pesce in più con meno difficoltà, ma così non è stato…abbiamo ricominciato a spostarci da uno spot ad un altro senza risultati, se non per un pesciotto preso da Simone fino al momento in cui abbiamo deciso di fermarci per pranzare.
Persino Simone, che così ben conosce il lago e le sue dinamiche, era abbastanza incredulo della situazione, non abbiamo visto nemmeno qualche pesciotto in acqua bassa a ridosso di rocce, canneti, spiaggette e strutture.
Il Vulcano è così, a volte regala momenti indescrivibili ed altre è avaro di emozioni.
Rinfrancati dal pasto, ricominciamo il nostro pellegrinaggio per il lago, fortunatamente quasi subito Simone ferra un bel pesce che ferma l’ago della bilancia a 1,840 Kg.
Preso quel bellissimo pesce per tutte le centinaia di lanci ed i continui spostamenti, fin quando è il momento di Antonio di ferrare un bel pesce che si rivelerà pesare 1,600 Kg.
E vai… Anche Antonio aveva finalmente scappottato!!!
Ormai era quasi ora di rientrare quando Simone ferra un pesce in fotocopia al precedente di 1,840 Kg. oltre un paio di pesciotti e Antonio prende una mangiata da un luccio che taglia netto la lenza senza speranza.
Ora il lago è quasi piatto, la tramontana un ricordo…
Ed è sulla via del rientro che il piano diabolico dei compagni di pesca si rivela.
Abbiamo da poco superato il centro del lago quando Simone decide di fermare un’ultima volta la barca per pescare ancora qualche minuto.
Eravamo poco distanti da dove eravamo passati il giorno precedente rientrando tra le onde che ci facevano sobbalzare e parlando con lo skipper sapevo che in quel punto il lago è molto profondo… circa 110 metri… sinceramente mi sembrava strano ci fermassimo proprio li, ma prima si parlava di un’isola sommersa dove il fondale era tra i 7 e gli 8 metri, e non ho fatto troppo caso alla cosa, in fin dei conti chi meglio di Simone poteva conoscere il lago…
Volevano scoprire quanto tempo ci sarebbe voluto perché finissi la lenza del mulinello senza toccare il fondo a Drop Shot con un piombetto da 6 gr. i furbacchioni.
La cosa impensabile però, mentre Antonio già fingeva di pescare, in quella “assurda” situazione a centro lago, poco prima che lanciassi la mia lenza, un pesce mi bolla davanti a 10 metri dalla barca ed io pluf, gli lancio dietro la mia esca mentre sento lo skipper: “mi manca solo vedere che prendi quel pesce, giuro, rientro in porto e tiro a secco la barca per un po’” e li capisco che la situazione che prima mi sembrava assurda era uno scherzo e che l’ecoscandaglio non mentiva, anche se qualcuno aveva affermato che avevamo 12,9 metri di fondale, guardando lo strumento i metri erano 129!!!
Scoppiamo tutti a ridere mentre posiamo le canne e Simone riaccende il motore per portarci nuovamente da dove eravamo partiti.
E’ stata un’esperienza fantastica, il lago è stato un po’ avaro, ma qualche “Mostro” è uscito, stanchi e soddisfatti mentre caricavamo la macchina per tornare a casa, ci siamo ripromessi di tornarci…
Aspettaci Vulcano…
Simone Pezzi
Bellissimo grandi ragazzi!!!